Pera e manganello in Università

martedì 10 marzo 2009

tramite Blog di Beppe Grillo il 10/03/09




Marcello Pera scrive testi importanti, ma che nessuno legge. Questo gigante del pensiero fa il piazzista dei suoi libri dove può, anche in un luogo pubblico come l'Università di Pisa. Mentre Pera illustra il suo testo fondamentale: "Perché dobbiamo dirci cristiani" in Ateneo, i celerini manganellano gli studenti che protestano in strada. Tutto molto cristiano. Gli studenti pagano la retta universitaria, ma non possono assistere all'esibizione di Pera. Non si può criticare il senatore Pera del PDL, prima craxiano, poi psiconano, mantenuto in Parlamento da quattro legislature con i soldi dei contribuenti.
In tutta Italia si picchiano ragazzi che protestano, anche in modo vile come è avvenuto a Bergamo. Così non si può continuare. Prima o poi ci scappa il morto. Nessuno deve essere autorizzato a picchiare un cittadino inerme, soprattutto se indossa una divisa. Non c'è extraterritorialità per la violenza. Invito gli studenti universitari a illustrare le loro tesi in Parlamento, inizierei da: "Perché non dobbiamo dirci piduisti e neppure mafiosi". Nel frattempo senatori e deputati noti alle Forze dell'Ordine (più di un centinaio) potrebbero ricevere opportune cariche di alleggerimento della Celere.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

"Caro signor Grillo,
sono Edoardo, ho 22 anni, studio alla facoltà di Scienze Naturali di Pisa e collaboro come free lance con il giornale toscano "il Tirreno". Venerdì pomeriggio io e un amico ci siamo recati alla facoltà di Giurisprudenza per assistere all'incontro con il senatore Marcello Pera, il quale doveva presentare un libro. L'idea era quella di provare a fare qualche domanda, ma purtroppo le cose non sono andate così. Arrivati davanti alla facoltà, ci siamo uniti al sit-in di protesta, poichè la facoltà era stata blindata. I poliziotti in tenuta antisommossa non hanno permesso a noi studenti di entrare nella facoltà e hanno intimato il dietrofront. noi abbiamo fatto un cordone non violento e, a mani alzate, abbiamo continuato a chiedere a gran voce di darci la possibilità di partecipare al dibatittito... non l'avessimo mai fatto... come potrà rendersi conto dai video, è bastato un minuto perchè gli animi dei ragazzi della celere si infiammassero. Abbiamo subito tre cariche e molti ragazzi si sono fatti male. alcune ragazze hanno ricevuto manganellate sugli arti, io ho una mano lussata e molti giovani che non conoscevo si sono ritrovati con la testa rotta... io non la chiamo per chiederle solidarietà (o forse si), ma le persone che sono finite negli scontri non erano "facinorosi", bensì giovani studenti che erano li per caso: a pensi che all'ospedale ho incontrato due ragazzi di 18 anni, due studenti calabresi che vivono a Pisa per fare l'università da nenche sei mesi, apolitici, che volevano solo assitere al dibattito.... il fatto è questo ....oltra al danno la beffa.....è vero che nel video alcuni ragazzi hanno acceso un fumogeno....ma da qui a pensare che otto poliziotti si siano feriti mi viene da ridere....io c'ero...e non sono un violento.....più sono saliti i nostri ferit, più aumentavano quelli dei poliziotti..... il fatto è che dai video si vede che siamo stati aggrediti....eppure stanno incominciando a fioccare le denunce contro di noi (resistenza???) e la stampa nazionale ha riportato solo i feriti della celere ... io sono sconvolto signor Grillo, qui è sempre peggio... se persino una città con un forte animo di sinistra come Pisa incomincia a vedere queste cose vuol dire che qualcosa è definitivamente cambiato....io la prego di rispondermi, anche solo per dirmi "non mi interessa" , la prego davvero... sono tre giorni che non dormo....
Chiedo scusa per al lettera che riporta le notizie senza né capo nè coda ma mi sento ancora molto scosso....sul sito di Pisa notizie potrà visionare i video..." Edoardo
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28 febbraio 2009, Bergamo soffre!

G8 2001 – BG 2009

Ho la nausea.

Non è giusto che anche questa oscena situazione, venga lasciata nel dimenticatoio, con qualche semplice commento amaro da chi non condivide... no non mi basta più, avrei voluto esserci io a prendere manganellate, piuttosto che essere dietro un pc a vedere questi video. Non è giusto che il nostro paese, e il nostro paese siamo noi, consenta questo. Come posso vivere serenamente, pensando che lo stato, e le forze dell'ordine permettano tutto questo? o peggio sono complici, e proteggano sfilate MILITARI ed anticostituzionali, di persone armate di spranghe e caschi, pronti a pestare chi non condivide, gridando "siamo tutti nazifascisti"... questo va ben oltre la libertà di parola e la libertà di manifestare, e per di più la polizia carica chi va a viso scoperto a manifestare, o chi addirittura non centra nulla.. proteggendo, da cosa poi?, i nostri amati nazifascisti.. perché? è una cosa gravissima, perchè nessuno sta facendo qualcosa? qualsiasi cosa? Perché la polizia la sta passando ancora una volta liscia? Non ci posso credere...Tutti coloro che guardano e tacciono, hanno venduto la propria libertà, e sono complici. Io non ci sto.
Prendete insegnamento da V per vendetta... Ok è un film, ma così surreale? Lo stato dovrebbe temere i popoli, non il contrario...Un evento simile, dovrebbe suscitare un frastuono di proteste clamorose, ed invece regna un silenzio di tomba.. è già successo al G8 un fenomeno simile... ok errare è umano, ma perseverare è diabolico....
Il problema nostro, è che siamo tutti con questa mentalità "noi cosa possiamo fare?"
Noi possiamo fare eccome, insieme siamo imbattibili, siamo 51 milioni di persone, se anche un decimo di noi si organizzasse a protestare contro il paese e non smettere fino ad ottenere quello che vuole, lo otterremmo!
Tutto quello che noi abbiamo, i nostri diritti e le nostre ricchezze, quel poco della nostra apertura mentale,ci è stato dato, con il sudore e le urla di chi manifestava contro il potere e reclamava i diritti di un futuro migliore per i propri figli... loro l'hanno fatto e l'hanno ottenuto, con meno dei mezzi di informazione che abbiamo noi.. perché noi non possiamo?
Quando tuo figlio ti guarderà negli occhi, e ti domanderà perché questa società è così orribile, perché nessuno ha fatto nulla per fermare tutto ciò prima che fosse troppo tardi, cosa gli dirai?
ancora scuse? Gli dirai che eri troppo occupato a pensare alla tua vita, alla tua pancia piena,... Gli dirai che hai studiato per avere uno stipendio per pagargli i suoi vizi? "Grazie papà, ma con i tuoi soldi non mi posso comprare la libertà.."

Ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole non c'è che da guardarsi allo specchio.

V

Scontri a Bergamo durante il corteo di Forza Nuova









Corteo Antifascista del 28 febbraio 2009 a Bergamo

comunicato stampa

Dopo due anni di iniziative in piazza San Giovanni a Busto per ricordare i tragici fatti del G8 di Genova del luglio 2001 il comitato bustese Genova 2001 promuove per:

MERCOLEDI' 11 MARZO 2009 alle ore 21.00

presso la Sala Conferenze - Museo del Tessile di Busto Arsizio un incontro
dal titolo:

Dalle Comunità al Movimento, Un altro mondo è ancora possibile?

Interverranno

Mirko Mazzali (Genoa Legal Forum)
Don Andrea Gallo (comunità San Benedetto al Porto, Genova)

La serata vuole parlare dell'oggi, e cercare di capire se il modello Genovese è un modello che possiamo ritrovare in altre piazza, o sempre in più piazze,anche visti i gravi episodi di Bergamo di sabato 28 febbraio ove le forze dell'ordine hanno rastrellato con la violenza la città al termine
di un corteo Anti-Fascista.

Cercheremo di capire l'andamento dei processi per le giornate del G8, cercheremo di capire se quel movimento è stato un movimento vincente e per i poteri neo-liberisti. Vogliamo capire come ancora oggi possiamo pensare di costruire un altro mondo. Perchè siamo sicuri che un altro mondo è ancora possibile. Siamo sicuri che non si possono più trattare i giorni di Genova
2001 come semplice memoria ma si debba fare un passo in avanti, sapendo bene
quello che è successo e condannandolo senza paure sapendo che le responsabilità sono di chi ha gestisto l'ordine pubblico politicamente e non, e che bisogni superare quel mostro che ancora oggi ci attanaglia, perchè la storia è un ingraggio collettivo importante, ma la storia non può
seppellirci, noi dobbiamo imparare da lei.

....IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO....

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Dall'Osservatorio sulla Repressione

Dopo che la scorsa settimana gli studenti antifascisti di Brescia, Bergamo, Milano, Cagliari, Pisa e Padova sono stati violentemente repressi e pestati dalla Polizia, oggi è la volta degli studenti
Torinesi. Sta diventando "normale" l'uso della violenza contro studenti pacifici, che scendono in piazza senza alcuna intenzione violenta. Va bene così? Nessuno ha nulla da dire? Che si aspetta a denunciare questi comportamenti come indegni della polizia di un paese democratico?
L'impudenza è la stessa che ricordiamo di avere visto a Genova. Gli agenti si sentono intoccabili: da qui nasce la loro arroganza. E purtroppo hanno ragione: basta vedere quello che è successo con i poliziotti che portarono a compimento il massacro alla scuola Diaz o le torture alla caserma Bolzaneto. I picchiatori sono rientrati immediatamente al lavoro, senza che nessuno abbia contestato loro niente, anzi sono stati protetti e addirittura promossi.

Dispiace dirlo: ma quello che sta succedendo nelle ultime settimane non è altro quel che è stato seminato negli anni scorsi. Si è minimizzato, si sono fatte spallucce di fronte agli allarmi sugli spazi
eccessivi concessi alle forze dell'ordine e alla loro involuzione militarista. Si è guardata l'indignazione perenne di chi ha seguito il dopo Genova (per le promozioni degli imputati, il silenzio generale sui processi, la "impunità preventiva" garantita a tutti i dirigenti) come
agli strepiti di noiosi gruppi di reduci.

Chissà se questa ondata repressiva "anti crisi" riuscirà a fare aprire gli occhi, alzare la voce per fermare i manganelli, e a non accettare più violenze, provocazioni, soprusi e repressione. e far
capire che già viviamo una condizione di democrazia sotto tutela.

Italo Di Sabato – Resp. Naz.le Osservatorio sulla Repressione Prc/SE

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