Il Comitato Antifascista cerca adesioni

martedì 20 gennaio 2009

Siamo quelli dei presidi contro la Busto nazi e a sostegno di Angioletto aggredito da un branco "teste rasate"; siamo quelli dell'altro 25 aprile dell'anno scorso fuori dalle parate omologanti e revisioniste; siamo quelli che si oppongono alla "Fondazione Blini";siamo quelli del libro degli scioperi contro la guerra nella Busto occupata; siamo quelli dell'iniziativa a difesa del diritto ad amare liberamente; siamo quelli dell'iniziativa sui giovani assediati dalla criminalità nella Locride; siamo quelli che hanno portato il film nazirock; ..., ma non basta e non bastiamo.
Qualche mese fa è girata una mail che chiamava ad appello quanti si sentono di far ripartire un "Comitato antifascista" a Busto e in circa ottanta persone hanno risposto. Rilanciamo l'appello a loro a quanti vogliano partecipare alla costruzione di un soggetto "partigiano, ma non di partito".

Pensiamo, in maniera preoccupata, che la misura sia prossima ad essere colma e lo sarà quando riusciranno a farci sparire. Il giochino in Parlamento ha funzionato, ora continua per la strada.
Sappiamo che non è da oggi. L'Italia non ha mai brillato per democrazia se all'indomani del 25 aprile del '45 la maggior parte di chi per vent'anni aveva sposato il fascismo si ritrovava "reintegrato" nella vita "democratica e repubblicana" che così già lo era un po' meno. Del resto chi scrisse la Costituzione produsse un pensiero alto a cui avrebbe dovuto seguire la chiusura definitiva della "questione fascista" ed un fortissimo lavoro di ricostruzione delle coscienze di un paese che indossò in maggioranza la camicia nera; già Portella della Ginestra mostrò la pasta della ritrovata libertà. In 60 anni il fascismo ha continuato, come un virus mutevole, ad albergare nell'organismo democratico e ora se l'è preso quasi tutto.

Oggi tra ronde, branchi e squadracce la storia irrisolta torna a galla in una parte sdoganata e legittimata, che è maggioranza nel paese, anche nei suoi silenzi, nei suoi voltare lo sguardo, nella sua idea di nemico su cui far fuoco all'estero, a cui dar fuoco in Italia, nel berciare razzista da bar; la percezione è che oltre all'evidenza di celtiche e svastiche, nella gravità delle azioni, il portato di segni e simboli alberghi nell'intimo e nel quotidiano ...e, come diceva Gaber "l'Italia giocava alle carte e parlava di calcio nei bar", quando fa pausa, altrimenti il Paese svela una quotidianità violenta a cui la risposta mediatica rassicurante e salvifica sta nella battuta "sono ragazzi". Del resto se l'attuale Presidente della Camera annovera Almirante fra i padri della patria, la figlia Italia non poteva che crescere così: Roma, Verona, con gravità estrema ed estremista, ma tra sfregi, aggressioni e molotov (alla sede
ANPI bustese qualche anno fa) anche la nostra provincia. E a Busto? Giusto per non sciorinare ulteriori elenchi ed esempi, diciamo che da due mesi aspettiamo che il Sindaco "di quasi tutti" si esprima su iniziative che avrebbero dovuto "animare" la nostra città, fra il 25 aprile ed il 2 giugno (spettacolo antifascista, intervento di docenti universitari sull'educazione alla Resistenza), ma la memoria è corta, come la coperta e compaiono sempre più spesso scritte sui muri e discorsi per le strade che non sappiamo quanto il nostro comiziante potrà non notare e far notare. Su questo terreno Storia, Cultura, Informazione ed Educazione si devono comporre e costruire pensiero in movimento ed azione. Su questo terreno le istituzioni sono deboli, o assenti o altro. I Partiti rimasti da questa parte della barricata sono pochi e piccoli, e chiedono aiuto. Tocca ad ognuno di noi insieme, non c'è più delega.

Dobbiamo uscire dalla negazione complice di una realtà evidente di prevaricazione e violenza che raggiunge le parole e si fa "valore" fin negli scritti dei bimbi di Ponticelli che potrebbero diventare grandi pensando che i rom se lo sono cercato il rogo. Dobbiamo tornare a parlare ed informare e a vergognarci di un paese ridotto così...l'indignazione, emozione di facciata buona per la parata in
video, la lasciamo a quanti questa parte hanno cominciato a legittimarla con "i morti sono tutti uguali" non distinguando così tanto da diventare indistinguibili dalla massa reazionaria.

Proviamo così a lanciare due idee: una raccolta di adesioni, ma anche commenti e suggerimenti di iniziative via mail all'indirizzo antifascismo.busto@tiscali.it per far partire incontri e costruire
gruppo; l'avvio di uno "spazio-telematico" da far girare per raccogliere informazioni su "tuttoquantoèfascio", che sviluppi la capacità attentiva e di osservazione su quanto si muove intorno a noi, ma anche un luogo di riflessione e di denuncia circa "situazioni fasce". Tutto ciò con l'idea di provare a non essere soli a scuola, nei luoghi di lavoro, negli spazi di tempo libero e di aggregare sulla questione antifascista e con l'idea che da qui a sei mesi o un anno si possa raccontare e discutere del territorio in cui viviamo, ed immaginare interventi.

Il Comitato Antifascista di Busto è già collegato a quello costituitosi in Provincia in modo da far rete di informazione, di sostegno, di iniziative.

Sono proposte alcune già operative, ben vengano delle altre, per "partire prima che è già tardi".

Ora e sempre Resistenza!


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