Esame di dialetto per i prof, la Lega punta i piedi

mercoledì 29 luglio 2009

da varesenews

"Gli insegnanti dovranno dimostrare conoscenze della lingua, della tradizione e della storia delle regioni dove si intende insegnare". Scontro con il pdl, lavori bloccati in commissione.


immagine di separazione
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«Conoscenze della lingua, della tradizione e della storia delle regioni dove si intende insegnare». Elementi “ imprescindibili” per un insegnante, secondo la Lega, che ha proposto in commissione alla Camera l’applicazione di un esame ad hoc per garantire che gli insegnanti ne siano in possesso.
È la nuova polemica che ha bloccato i lavori nella commissione che sta lavorando sulla riforma della scuola e che riaccende lo scontro tra Lega e Pdl.
La proposta è stata avanzata dalla deputata leghista Paola Goisis che ha chiesto: «dovrà esserci un albo regionale al quale potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell'insegnante».
«L'istruzione è un tema troppo serio e non può divenire oggetto di pericolose incursioni ideologiche dal sapore tutto nordista – replica dall’opposizione Manuela Ghizzoni del Pd».
Ma la Lega per ora non molla, «i titoli di studio devono passare in secondo piano – lamentano dal carroccio – non garantiscono un'omogeneità di fondo e spesso risultano comprati. Pertanto non costituiscono una garanzia sull'adeguatezza dell'insegnante. Questa nostra proposta, che è l'unico punto che noi chiediamo venga inserito nella riforma, punta ad ottenere una sostanziale uguaglianza tra i professori del Nord e quelli del Sud. Non è possibile, infatti, che la maggior parte dei professori che insegna al Nord sia meridionale».

Un arsenale di lame con simboli nazisti e fascisti

giovedì 9 luglio 2009

Leggo e pubblico il seguente articolo tratto da varesenews


Emergono nuovi dettagli sulla vicenda della guardia giurata che, in preda a un raptus improvviso, ha "minacciato" pistola in pugno un'emettitrice automatica di biglietti (foto) alla stazione Nord di Busto Arsizio. In è particolare sul suo piccolo arsenale di armi bianche, perlopiù imitazioni di armi e baionette in uso nella seconda giuerra mondiale, qualcuna anche con chiari simboli nazisti e fascisti, riproduzioni peraltro in libera vendita ma che la Polizia gli ha sottratto, visto lo stato mentale alterato dimostrato dall'uomo. Su una delle lame si legge il motto delle SS di Himmler: Meine Ehre heisst Treue, il mio onore si chiama fedeltà. Il fodero è decorato con le due S runiche simbolo del temutissimo corpo scelto, terrore dell'Europa negli anni Quaranta, e svastiche stilizzate.

Il fatto è accaduto lunedì mattina alle 6,30 circa, con numerosi testimoni presenti fra pendolari e personale delle ferrovie. Sembra che l'uomo, un 56 enne senza precedenti, separato e convivente, con due figli giovani, che lavora presso un istituto di vigilanza milanese, avesse per errore inserito un biglietto nella fessura per le carte di credito, bloccando in tal modo la macchina. Si è subito agitato, ma anche quando il personale ha spiegato che, non avendo al momento le chiavi, avrebbe comunque potuto risolvere il problema entro la tarda mattinata, l'uomo non si è calmato. Ha anzi estratto la pistola, che era scarica, va detto, essendo le cartucce nella tasca della divisa (ma gli astanti non potevano saperlo), dando in escandescenze all'indirizzo della macchina. Da qui l'intervento della Volante che lo ha condotto in commissariato, dove ha continuato a dare segni di squilibrio, e ha poi proceduto a perquisirne l'abitazione, trovando le armi. All'uomo, denunciato per procurato allarme, è stata sequestrata anche la Smith&Wesson Magnum 357 d'ordinanza. Starà ora alla Prefettura valutare se togliere il porto d'armi alla guardia giurata, presumibilmente caduta preda di un esaurimento nervoso.

Deputato Lega Nord canta Napoli Merda (Matteo Salvini)

martedì 7 luglio 2009

Fascismo, neofascismo: La frontiera Comunitarista!

lunedì 6 luglio 2009

Quando qualcuno incontra un appartente ai movimenti antifascisti, la prima questione che gli pone è che il fascismo è morto ormai da 60 anni.

La risposta a questa questione è che il fascismo non è morto, è come l'energia, non scompare ma si trasforma.

Borghezio è stato beccato ad insegnare le nuove teorie fasciste, ad un gruppo di francesi, nel quale lui diceva espressamente che il nuovo fascismo non doveva dichiararsi tale, e che doveva avere una espressione territoriale meglio se radicata al territorio, una sorta di "Piccola Patria", aggiungerei io.

Ed ecco che qui entra in gioco il "Comunitarismo". Al festival delle culture antifasciste l'esperto di neofascismo Valerio Evangelisti, ha spiegato come oggi movimenti che mescolano idee di destra e idee di sinistra stanno nascendo per screditare il movimento antifascista, svuotandolo di contenuto, proponendo un movimento non fascista e antifascista ma con idee comunitariste, favorendo le piccole patrie, con l'audeterminazione dei popoli ad esempio.

A Busto Arsizio movimenti di questo genere si identificano in Comunità Giovanile. Movimento che molto in comune ha con Movimento zero, forte movimento comunitarista.

Le idee che promuovono questi movimenti potrebbero essere anche condivisibili, da entrambi gli schieramenti ideologici, il problema è che fonde i due a danno solamente di uno che è quello di sinistra. Ecco perché questo movimento è un pericolo all'antifascismo, in quanto tende a svuotare di contenuti il panorama di sinistra, impossessandosene. La destra invete non perde nulla, in quanto nuovi movimenti come la "destra sociale" o "la lega nord" continuano a portare avanti la propaganda fascista e razzista.

Intervista a Valerio Evangelisti fatta al festival sociale delle culture antifasciste dopo il dibattito Movimenti neofascisti e destra radicale in italia




Domanda comune a fincardi,Evangelisti,Ferrari fatta al festival sociale delle culture antifasciste dopo il dibattito Movimenti neofascisti e destra radicale in italia

Come un uomo sulla terra - Film documentario

mercoledì 1 luglio 2009

Buongiorno a tutti

Il 9 luglio 2009 ore 23.40, andrà in onda su Rai3 (DOC3) il Film Documentario

COME UN UOMO SULLA TERRA
di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene
prodotto da Asinitas Onlus e ZaLab (52’ – 2008)

Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.
Dal 2003 Italia ed Europa chiedono alla Libia di fermare i migranti africani. Da maggio di
quest’anno la marina italiana respinge i migranti in Libia. Ma cosa fa realmente la polizia libica? Cosa subiscono migliaia di uomini e donne africane? E perchè tutti fingono di non saperlo?

Mentre L'Italia stringe alleanze e da strette di mano al Colonnello Gheddafi, mentre il governo con campagna zenofobe e razziste non da nemmeno asilo politico come dai trattati internazionali ai migranti che scappano dalle ingiustizie e dalle barbarie africane, ci rendiamo complici di atrocità..

invito tutti alla visione del Film e a sottoscrivere la petizione

PETIZIONE IO NON RESPINGO

un saluto

ivan

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