Festa e Liberazione ... cosa hanno detto di noi!

lunedì 27 aprile 2009

Ha riscosso un buon successo di pubblico Festa e Liberazione, la serata indetta da un gruppo di associazioni che si riconoscono nei valori democratici dell'antifascismo per attendere insieme la simbolica alba del 25 aprile (la mezzanotte) fra musica, intrattenimento e interventi di vario segno. Un piccolo spaccato intergenerazionale di società civile quello ospitato venerdì sera dalla Colonia Elioterapica, dai bambini dei giovani impegnati di ieri e di oggi a pensionati che giovanissimi videro direttamente i fatti di quel 1945 che segnò la fine della Seconda Guerra Mondiale e dei regimi nazifascisti.
Una serata dedicata in buona parte alla musica e al ballo, con banchetti per ognuna delle associazioni partecipanti (ANPI, Comitato antifascista, Coordinamento Oratori di Busto Arsizio, 26x1, Amici della Cascina Burattana, Migrando, Alterlist, Liberi di Pensare, ApeGas-gruppo di acquisto solidale, Comitato bustese Genova 2001) e un forte spirito comune. La serata fredda non ha ostacolato l'afflusso di circa un centinaio di persone. All'ingresso a vigilare uno schieramento di forze dell'ordine: dopo il concerto di estrema destra annullato sabato scorso girava voce di possibili "ritorsioni".

A "presiedere" i festeggiamenti il sindaco Gigi Farioli: la manifestazione è infatti entrata di diritto fra i momenti del programma delle celebrazioni cittadine. «Molto ci divide» riconosceva in termini politici il primo cittadino, «ma deve unirci un quadro condiviso basato sull'antifascismo storico e sul ripudio di ogni intolleranza. Questo momento di incontro è importante: i totalitarismi hanno sempre temuto l'incontro razionale fra le persone, il confronto di intelligenze nel segno della libertà». Fra le cose che restano a dividere, anche iniziative come quelle che vengono da Roma, tese ad equiparare chi fu nella Resistenza e chi la combattè: come il ddl 1360, citato ad esempio negativo dal presidente di Anpi Busto Arsizio Gianluigi Ceriotti.
Significativo l'intervento di don Alberto Lolli in rappresentanza degli oratori cittadini, a partire dal "suo" di San Luigi. La sua presenza è segno di una ricucitura in corso, di un lento abbattersi di decennali diffidenze fra "anime" diverse ma complementari. Le sue parole sono state nel segno della libertà come conquista. «Non sapevo come mi sarei potuto esprimere, poi proprio oggi ho trovato la lettera di una ragazza che mi scriveva: don Alberto, io voglio fuggire, lasciare la casa, la scuola, per sentirmi libera. Ho pensato allora a chi per la libertà non è fuggito, ma si è donato. Ai giorni del rischio e della morte. A quei preti che non benedicevano gagliardetti, che non si inchinavano ai prepotenti, ma stavano vicini a un popolo avvilito e accoglievano fuggitivi e rifugiati senza distinzioni di fede religiosa e credo politico: li abbiamo ricordati oggi con le nostre fiaccole accese». Resistenza è anche «essere qui insieme e condividere valori di libertà». Voci gridano, dice don Alberto: gridano «resisti, rimani, anche quando vuoi scappare, quando il tuo Paese ti fa rabbia, quando tutto si dilegua nell'egoismo, quando i tuoi genitori, riempiti la tua pancia e il tuo portafogli, sono troppo impegnati a litigare per sentire il tuo dolore». E la parola suprema di Resistenza e di libertà «è quella dei martiri e dei caduti che ci fanno tornare a dire con orgoglio "siamo italiani"».

Nel pomeriggio di ieri 24 aprile si era svolta la fiaccolata per le vie di Busto Arsizio partita dai cippi che ricordano, sparsi per la città, alcuni partigiani morti per la libertà alla presenza del sindaco Gigi Farioli che ha guidato una delle due fiaccolate e di numerosi esponenti del consiglio comunale del Pd, della Lega, di Rifondazione Comunista e di "La voce della città".

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